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aprono la possibilità del nuovo,
perchè consegnano il loro sapere non come un reperto da chiudere in un museo,ma come una realtà viva.
"L'esigenza di trasmettere conoscenza e abilità e il desiderio di acquisirle sono una delle costanti della condizione umana.

Essere maestri ed essere discepoli,l'istruzione e la sua acquisizione devono continuare fino a che esisteranno delle società.
La vita così come la conosciamo non potrebbe andare avanti senza di esse",scrive George Steiner nel suo LA LEZIONE DEI MAESTRI.

Il nostro,purtroppo,è tempo in cui i maestri sono rari e per di più si fatica a riconoscerli,tanto siamo disabituati a figure autentiche e autorevoli.

Steiner,figura di primo piano nella cultura intrnazionale,ha cercato di descrivere le caratteristiche fondamentali del vero maestro e del rapporto che lo lega ai suoi discepoli,attingendo dalla letteratura ,dalla filosofia e dalla storia.

Sono tre le modalità fondamentali di questa relazione che ha individuato.
Ci sono gli insegnanti che dominano i loro studenti ed esercitano una coercizione della loro libertà di azione e di pensiero.
Il caso opposto è quello degli allievi che tradiscono e soppiantano i maestri con i loro insegnamenti.
Sono entrambe modalità che si configurano come lotte di potere.

Ben diversa è la situazione in cui si crea un legame fatto di fiducia che diventa poi amicizia e amore.
C'è uno scambio e il maestro fa sì che il discepolo cresca,senza essere solo una sua proiezione,e possa produrre a sua volta frutti.
Sono due,secondo Steiner,i grandi maestri dell'Occidente che il cardine della nostra civiltà e hanno tracciato il codice di gran parte del nostro morale filosofico e teologico.
Uno lo riconosce in Socrate e l'altro in Gesù.
Socrate e Gesù sono alle radici della nostra tradizione filosofica e religiosa.
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