lunedì 6 gennaio 2014

PENSIERINO DEL GIORNO

L'amore è uno spirito non d'altro composto che di fuoco;
non così denso da affondare,
ma così leggero da aspirare a inalzarsi.
           (William Shakespeare)
Love is a spirit of all
compact of fire,not gross to sink,but light, and will aspire.


GESU' MAESTRO

L'appellativo con cui Gesù era maggiormente conosciuto dalla gente del suo tempo,infatti ,è RABBI,maestro,insegnante.
Clemente Alessandrino,un padre della Chiesa del II secolo,gli attribuiva il titolo di pedagogo.
la fede cristiana considera Gesù maestro dell'umanità e di umanità.



Ma qual era l'insegnamento di Gesù?
L'evangelo secondo Matteo è un testo particolarmente indicato per familiarizzarsi con esso e porsi alla sua scuola.
In questo Vangelo,che è il primo secondo l'ordine canonico del Nuovo Testamento,pur senza essere il più antico,troviamo dei discorsi nei quali il messaggio di Gesù è presentato per grandi temi,secondo un ordine stabilito che consente al lettore un percorso di apprendimento.
Quel che rendeva Gesù un maestro che insegnava con autorità era la sua stessa persona,
la piena corrispondenza tra la sua parola e la sua vita.
Ciò che diceva era già prima vero in lui.
Leggere Matteo significa compiere un itinerario di familiarità con Gesù e con fiducia profonda che animava la sua vita:l'uomo,ogni uomo e ogni donna,non è solo ma è amato dal Padre di un amore incondizionato.

E' un amore che non viene meno,anche nel dolore,nell'ingiustizia e nella morte.Contiene una promessa di vita e di felicità,oltre le croci che costellano la storia.
Questo è ciò che Gesù ha insegnato e ha vissuto in prima persona nella preghiera che alimentava i momenti ordinari e straordinari del suo cammino umano,così come negli incontri in cui accoglieva persone di ogni segno oltre  le esclusioni.

Amare Dio e il prossimo:
è il centro
a cui tutto di lui riconduceva,
l'orizzonte che dischiudeva agli altri.

Non c'è vita umana senza comunicazione,senza parola.
E' con le parole che esprimiamo i nostri sentimenti e ciò che per noi è più importante.
Chi non ha bisogno di sentirsi dire "Ti voglio bene" da un genitore o da un coniuge,un figlio,un amico...?

Cerchiamo le parole di canzoni,libri,poesie per riconoscerci,per esprimere gioia o dolore,per trovare conforto nei momenti difficili.
Cerchiamo parole buone,che facciano bene alla nostra vita.

Il teologo Karl Rahner distingueva tra parole che sono come farfalle morte,infilzate nelle vetrine dei vocabolari,e parole viventi che sono simili a conchiglie,dentro le quali risuona il vasto mare dell'infinito.
Sono quelle che ci illuminano e danno un significato alla nostra esistenza.
Restano dentro;possiedono una semplicità che non richiede spiegazioni e ci riempiono ,perchè sentiamo che dicono qualcosa di vero e bello.

Grazie alle parole riusciamo a vivere lo spazio e il tempo.
Le voci del mondo,i messaggi dei grandi uomini e delle grandi donne della storia ci raggiungono così.
Grazie alle parole riusciamo a guardare persino oltre alla barriera della morte :ci aiutano a sentire presenti i nostri cari,di cui ricordiamo frasi e espressioni,ma anche a non dimenticare le importanti verità umane.
Per la tradizione cristiana le parole buone e decisive sono quelle della bibbia,da millenni proclamate nelle sinagoghe e nelle chiese.

Noi oggi facciamo fatica ad ascoltarle.
Ci sembrano lontane,difficili,aride.
Pensiamo che siano elenchi di regole,storie strane e distanti dalla nostra vita,teorie un pò fantasiose su Dio.....
Lo pensiamo perchè la Bibbia per noi è chiusa,è sconosciuta.
Proviamo però a chiederci:perchè questi testi in ogni epoca hanno  trovato chi li ha ascoltati e trasmessi ad altri?
Perchè la Bibbia è come un fiume che attraversa il tempo ed è arrivato fino ad oggi?
Perchè è il racconto di come donne e uomini venuti prima di noi hanno fatto un'esperienza di Dio che ha cambiato in meglio la loro vita.



tratto dal libro
Gesù:insegnamento dentro la vita
di Christian Albini